Zemi
Rappresentazione di entità soprannaturale della Cultura Taino
XVI secolo
sezione Americhe
IV A e IV G, Liceo Marco Tullio Cicerone
“Questo sei tu dopo una serata, con ancora i vestiti da festa addosso”
Lo Zemi uno di noi: affranto dalla vita e come ognuno di noi, anche lui ha la sua storia.
Infatti molti secoli fa le popolazioni Taino, realizzarono oggetti d’arte caratteristici per uso rituale. Gli oggetti di culto prendevano il nome di Zemi ed erano piccoli idoli solitamente in legno o altri materiali naturali, di forma antropomorfa o più raramente animale.
Zemi è un termine Arawak che indica un potere mistico contenuto in oggetti sacri di varie forme e materiali, utilizzati dagli specialisti religiosi denominati “behique” nel corso di specifici rituali. Gli Zemi erano usati nel corso di cerimonie durante le quali si inalava il cohoba, una sostanza allucinogena. Venivano utilizzati anche in famiglia in forma privata per pregare, per chiedere benedizioni e per omaggiare gli antenati, chiedendo loro tutela.
Queste opere dalle misure e dai materiali più diversi – legno, argilla, pietra, conchiglie e osso – rivelano un linguaggio figurativo intenso e affascinante, in cui occhi e bocche sono spesso messi in risalto. Zemi non si riferisce a un oggetto o un’immagine, ma a una forza immateriale, spirituale e vitale che appartiene a divinità e antenati.