Nkisi (feticcio) del tipo Nkonde
Rep. Democratica del Congo
sezione Africa
IV A e IV G, Liceo Marco Tullio Cicerone
Un viaggio nella magia africana
La scultura fu ritrovata in Africa, precisamente nel Kongo (Attualmente Repubblica Democratica del Congo), insieme ad altri 8 feticci tra la fine dell’800 e l’inizio del 900. Venne identificata come un Nikisi, ovvero una “cosa che fa qualcosa” e nello specifico un “Nikisi Nkonde” cioè ricoperto da chiodi e lamine di ferro.
In seguito gli venne attribuito il nome “feticcio”, dal latino “factitius”, con il significato di “amuleto”.
Questa opera,composta da materiali eterogenei, rappresenta una figura asessuata, in piedi su degli zoccoli e con le braccia lungo i fianchi, alle quali sono appese delle campane per attirare l’attenzione degli spiriti.
A proposito di spiritualità, cosa notate di particolare guardando l’addome?
C’è un contenitore a forma di conchiglia, come anche la barba stessa, che conteneva materiale magico o medicinali. Queste sostanze erano consacrate da maghi-medici con dei riti e avevano lo scopo di proteggere gli uomini e curarli ma anche di provocare malattie e morte attraverso la stregoneria. Sappiamo che a caricare questa scultura era proprio il mago, lo “Nganga”, inserendo le sostanze e conficcando i chiodi per liberare la forza e canalizzarla in bene o in male.
Come abbiamo notato è un’opera che suscita molta curiosità: ci fa pensare e interessare all’ambito dei culti magici e soprattutto di quello africano, di cui abbiamo tanto da scoprire.