Hydria a figure nere con il mito di Dioniso e i pirati tirreni

Bottega del Pittore di Micali

Hydria a figure nere con il mito di Dioniso e i pirati tirreni

510-500 a.C.

(IV A, Istituto Agrario Giuseppe Garibaldi)

©Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. Archivio fotografico. Fotografo Mauro Benedetti

Cosa ci fanno delle figure metà umane e metà delfini su un vaso etrusco?

Su questa Hydria viene rappresentato il momento della trasformazione dei Pirati Tirreni in delfini, descritta nell’VIII Inno Omerico. 

Il mito narra che un gruppo di pirati abbia provato a rapire Dioniso, ma senza successo, a causa della sua natura divina. Essi infatti, provarono a legarlo diverse volte, ma ogni volta, miracolosamente, il nodo si scioglieva.

Dioniso così si infuriò e fece sgorgare fiumi di vino sulla nave e attorno all’albero si intrecciò dell’edera, mentre sul bordo della vela si distesero tralci di vite. A quel punto Dioniso si trasformò in un leone, e i pirati, impauriti, si lanciarono dalla nave, diventando delfini.

La decorazione dell’Hydria è divisa su tre metope. I riquadri in cui è presente la raffigurazione: sul collo ci sono due giovani, sulla spalla un tritone e sul corpo centrale la scena appena descritta, cui si fa riferimento anche attraverso l’inserimento di un piccolo tralcio d’edera.



Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *